Scusa Flavio ma, se mi metti anche il Pizzo d’oca in bottiglia, non posso resistere ai ricordi…PIZZO D’OCA /Seduta sul soffice prato /dietro alla vecchia casa /che conobbe la mia fanciullezza /se chiudo gli occhi mi rivedo. /Di fronte il p...ossente maniero /che antiche leggende mi narrava. /Ai suoi piedi la piccola chiesa /dove devota sovente pregavo. /E poi la valle ampia e luminosa /e al centro tu o Pizzo d’oca. /Già ai miei occhi di bimba /eri misterioso e affascinante /nei miei percorsi di scuola e di svago /eri lì, presenza sicura e costante. /Guardavo la tua vetta rocciosa e scoscesa /sferzata dai venti e dai temporali /illuminata dai caldi raggi del sole /o ricamata da nivee trine. /Ti amavo, desideravo venire da te /e ti sentivo anche un poco mio. /Poi la vita ci ha separati, a volte tornavo /ti salutavo da lontano e il desiderio cresceva. /Ma finalmente oggi sono qui /cammino sui tuoi verdi sentieri /mi riposo all’ombra dei tuoi alberi /raccolgo piccole pietre a ricordo /e finalmente giungo sulla tua anelata vetta. /E mentre assaporo la felicità /del desiderio realizzato /ti sento ancora un poco di più……mio
In questa lirica, che e’ un inno al Pizzo D’Oca, cara Valentina, si fa struggente il ricordo della fanciullezza, tornato tanto vivo quando hai potuto camminare sui “verdi sentieri” del monte.
RispondiEliminaDa bambina ammiravi da lontano la “vetta rocciosa e scoscesa”, “misteriosa e affascinante”, ma “presenza sicura e costante” a dominare la valle “ampia e luminosa”! Quasi di un rapporto “personale” si trattava, di una presenza “viva”! Agognavi andare da lui, quasi abbracciarlo in un impeto d’affetto (si’, hai ragione, si “amano”, eccome, anche i nostri monti!) . Il sogno si avvera, dopo che (ahimè) la vita ti ha separata da lui, e fnalmente hai potuto assaporare la felicità!